Guida bionda all'Interrail


Pensavo di intitolare questo post "Come viaggiare in modo alternativo e tornare senza arti mancanti", però mi sembrava un po' troppo drammatico.

Per quanto adori l'estate e l'abbronzatura mi doni, le vacanze normali, quelle che prenota la maggior parte delle persone, mi annoiano da morire. Appartamento in affitto vicino al mare, rotolare da casa alla spiaggia e dalla spiaggia a casa, mangiare, ingrassare, passeggiatina serale: al quinto giorno di routine, mi auguro già sviluppi ispirati a "Dieci piccoli indiani" di Agatha Christie.

Se la villeggiatura al mare è noiosa, la montagna neanche a parlarne, la crociera è da vecchi e il villaggio turistico è da turisti, l'interrail può essere la soluzione perfetta.

Fine dei preamboli, è il momento della divulgazione scientifica.

Non è una vacanza riposante, piuttosto un concentrato di weekend: due, tre settimane di soli sabati e domeniche in giro per le città europee. In interrail ci si sposta molto a piedi o con i mezzi pubblici, generalmente con uno zainone verticalone, che rispetto alla valigia è più leggero (quando si riempie un trolley, si riesce facilmente a farlo pesare 20 chili; uno zainone può a pesare tra i 7 e i 15 chili, ma seriamente, non è quasi mai necessario arrivare a 15) e più comodo (il mondo è pieno di rampe di scale, e non è tanto divertente trascinarci un peso morto).

Comunque. La prima cosa per la buona riuscita di un interrail è la pianificazione.
Che non vuol dire programmare il viaggio minuto per minuto, ma mettere dei paletti.
Quindi:

  • DOVE ANDARE?
Ci sono due tipi di pass interrail: Globale e One Country.
Quando si ha una mezza idea di dove andare, si controlla sulla pagina web ufficiale dell'interrail come collegare le diverse città e si mette giù un itinerario. Considerando che si cammina tantissimo, spesso carichi come somari, e che la sera si fa sempre tardi, è meglio evitare ritmi troppo serrati.
Per decidere quanti giorni fermarsi in un posto, ci si informa a grandi linee su cosa fare e vedere e si mettono in conto le variabili del caso. Organizzare un itinerario può essere un bello sbattone, ma è fondamentale. Quando è tutto pianificato, si compra il pass. A Milano, la biglietteria è di fronte alla Stazione Centrale.
Non tutti lo fanno, ma io preferisco scegliere l'orario e prenotare il posto a sedere sui treni: non si rischia di dover viaggiare in piedi o di non trovare le cuccette sui notturni (un saluto alle due spagnole che hanno dormito nel corridoio del vagone da Zagabria a Spalato) e si fissano dei punti fermi che diano un ritmo al viaggio.

  • CON CHI?
In interrail si va con chi si vuole e in quanti si vuole. Siccome si tratta di una vacanza da duri, però, è meglio essere affiatati e, appunto, abbastanza duri. Se uno è notoriamente una palla al piede, o preferirebbe una settimana a Milano Marittima a mezza pensione, non intestarditevi a convincerlo, è meglio per tutti.

  •  DOVE DORMIRE?
Si può dormire praticamente ovunque: in camere o appartamenti in affitto, in ostello, sui treni notturni o su quelli normali (io mi sveglio tutta incriccata ogni volta che ci provo). Di solito, l'appartamento è la soluzione più economica per gruppi superiori a tre persone, altrimenti ci sono ostelli davvero carini e puliti. E tutto sommato, sui notturni non si prendono i pidocchi. Fa solo un freddo cane.
Molti backpackers seguono la scuola di pensiero di non prenotare il pernottamento, per sentirsi più liberi. Io preferisco evitare pellegrinaggi interminabili per trovarmi un giaciglio, sfatta dal viaggio, sotto il sole cocente e col verticalone sulle spalle.
A proposito, non è vero che in ostello si debba per forza dormire in camerate di sconosciuti; era forse vero vent'anni fa, adesso, se si prenota con un minimo di anticipo, si può trovare il tipo di camera che si preferisce, anche con il bagno privato.
Non è nemmeno vero che in interrail non ci si lava, io sono riuscita a fare la doccia tutti i giorni.

  • DOVE MANGIARE?
Sempre ovunque. Sfruttando più che si può la cucina (quando c'è) e i supermercati. A pranzo si può andare di street food: il cibo principe dell'InterRail è il kebab, ma anche le panetterie sono perfette (in Spagna ho assaggiato tutti i tipi possibili di empanadas); a cena meglio evitare le trappole per turisti, e mangiare come mangia la gente del posto.
Ricordo una giornata memorabile a Valencia: a pranzo uno yogurt gelato, a merenda una porzione di wok e per cena paella di mariscos.

  • COSA PORTARE?
Che bisogna viaggiare leggeri non è nemmeno il caso di dirlo. In fondo al cuore, sapete cosa è necessario e cosa no, e lo zainone è lì per ricordarvi che dovrete caricarvelo sulle spalle. Portate i vestiti più comodi e che si stropicciano meno, sarete bellissimi lo stesso. O forse no, ma siete backpackers e non fashion bloggers.


Come ultima cosa, suggerisco la guida di Marco Delfiol e Paolo Papotti, "Dal Marocco a Capo Nord. L'Europa in treno spendendo poco".
Sono due pazzi e barboneggiano un po' troppo per i miei gusti, ma sanno quello che dicono e mi hanno più volte salvata da qualche cazzata organizzativa.

Allora, dove si va?



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4 commenti :

  1. Da bionda a bionda.
    Mi hai fatto venir voglia di partire, stasera.

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  2. Mi fa piacere.
    Sono a casa da due giorni e già non penso che a ripartire.

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  3. L'unico pensiero che lampeggia nel mio cervellino biondo, al momento, è: "Anch'io voglio".

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    Risposte
    1. Andiamo, ti prego.
      Non so con che soldi, ma andiamo.
      Fuck this shit, e andiamo.

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