Lasciamo la macchina zarrogante in aeroporto, ancora tutta sporca di terra rossa della Monument Valley. Mi ci ero affezionata, alla fine.
Dopo tutti quei giorni, i pisolini sui suoi sedili in pelle umana e cinquemila cinquecento chilometri di strada americana. Mi mancheranno tanto i bassi del suo impianto Bose.
Dopo aver visto tanta America dal finestrino, è strano essere in aereo e vedere solo azzurro.
Sei ore di volo, altre tre di fuso orario. Dodici di differenza rispetto a casa.
Il primo impatto con Honolulu non è esattamente come l'avevo immaginato.
Sono sfatta dal viaggio, e mi sembra solo un'altra caotica città con alberghi alti trenta piani. Una cosa mezza americana e mezza giapponese.
Il tramonto a Waikiki mi addolcisce un po', ma le coppie brutte in viaggio di nozze mi rendono triste.
Vorrei saper surfare veramente, invece di stare a riva a sentirmi goffa.
Vado a letto senza mangiare.
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