Reptilia

Ci sono storie, diceva, che quando le racconti si consumano. Sono quelle in cui il pathos si appanna, e ogni versione suona più sciocca e vuota della precedente. Altre storie, invece, consumano te. Più le racconti, più acquisiscono forza. Quel tipo di storie non fa che ricordarti quanto sei stato stupido. Quanto lo sei ancora. E quanto la sarai ancora.
C'era questo aneddoto che qualcuno mi aveva raccontato. Proprio non riesco a ricordare chi, e già sarebbe sufficiente per farne una leggenda metropolitana.
Mi sta bene, avrei sempre voluto raccontare leggende metropolitane anziché fiabe, come si dice facesse il Gesù Cristo dei pusher del Parco Lambro. Mi sono sempre ricordata le storie, meno le persone che me le avevano raccontate.

Comunque.

Questa persona, a cui proprio non riesco a risalire per quanto mi sforzi, mi ha raccontato che una coppia di amici suoi teneva un pitone in casa come animale domestico. La sera si stendevano sul divano a guardare la TV, e a un certo punto il pitone aveva iniziato a mettersi lì vicino a loro, disteso in tutta la sua lunghezza. Non avevano dato molto peso alla cosa, finché quasi per caso l'avevano raccontata al veterinario, ridendoci su, "che cosa strana".
E il veterinario aveva spiegato che non era per niente una cosa strana, che il pitone faceva così per controllare di essere lungo a sufficienza per mangiarseli.

Ogni tanto mi capita di pensarci, e di chiedermi se si faccia così anche con le persone. Se per esempio facciamo così anche io e te.
In quel caso, sarebbe ancora da capire chi è che fa la parte del serpente.
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